Anche i BTP sono soggetti a tassazione, anche se stai investendo scommettendo sull’Italia devi all’Italia la tua percentuale di tasse. Ecco come funziona e come restare in regola con il Fisco.
Come si fa
La prima cosa da fare è calcolare tutte le tassazioni collegate ai BTP. Infatti, ogni operazione che fai avrà la sua commissione in termini di tasse. L’unica nota positiva è che la tassazione sarà “agevolata”, ovvero pagherai il 12,50% rispetto al 20% dei normali rendimenti.
Le diverse tassazioni dipendono da come usi il titolo. Se acquisti i BTP, la commissione viene pagata in automatico e non ci sono problemi. Quando il BTP offre un rendimento, perché ha maturato gli interessi, pagherai sui guadagni stessi in cedola il 12,50% di quanto hai guadagnato (quindi non del capitale totale, ma solo di quanto hai avuto come interessi).
A questo punto, dovresti essere a posto, ma attenzione. I BTP si possono anche vendere e comprare prima della scadenza. Come ci si organizza con le tasse? Tutto dipende dallo “scarto”, ovvero dal guadagno ottenuto.
Dovresti fare la differenza tra quanto hai investito e a quanto hai rivenduto poi il titolo. A quel punto, dovrai pagare la percentuale del 12,50% sulla differenza così ottenuta.
Dal commercialista
Dal commercialista, i redditi ottenuti dai BTP sono considerati “Altri redditi” rispetto al proprio lavoro. Il commercialista provvederà a fornirti i documenti utili per pagare le tasse e per fare il calcolo a fine anno in vista delle scadenze fiscali.
Ricordati di tenere tutto a portata di mano e di avere una traccia scritta di quanto guadagni di volta in volta con i BTP, altrimenti rischi di fare confusione a fine anno e di pagare il doppio delle tasse per un errore.
Ricorda che i BTP possono durare anche molti anni, ma i conti sulle tasse si fanno di anno in anno in base a quanto guadagnato.