Alla fine le Cassandre hanno avuto ragione: l’euro avrebbe perso molto terreno nei confronti del dollaro in questo 2015, avevano detto, e almeno per le prime due settimane del nuovo anno la profezia si è avverata.
L’euro scende sotto quota 1,18, una quota che ormai non vedevamo da tantissimi mesi, e preannuncia un 2015 molto debole, a tutto vantaggio però, è il caso di ricordarlo, di economie in questo momento particolarmente deboli, come quella spagnola e quella italiana, che da questa involontaria svalutazione non hanno che da guadagnarci.
Un 2015 che riporterà alla parità?
Quello che i commentatori più audaci continuano a ripetere è che nel 2015, se l’economia USA dovesse continuare a crescere come sta facendo, e se quella europea invece dovesse rimanere al palo, euro e dollaro potrebbero tornare verso la parità.
Una parità dunque, che vuol dire 1:1, che potrebbe sconvolgere il mondo delle valute e dell’economia reale, con l’Europa che potrebbe bruciare il vantaggio che derivava dal petrolio a buon mercato, con il crollo della sua valuta, che per beni che sono sempre prezzati in dollari, non è più quella grande valuta che era stata fino a poche settimane fa.
Cosa succede all’Italia?
L’Italia dovrebbe potenzialmente guadagnarci da questa situazione, dato che dovrebbe portare ad un maggiore consumo di merci interne e soprattutto ad un aumento delle esportazioni verso quei paesi che non utilizzano l’Euro come valuta.
Una spinta di cui la nostra economia ha più che mai bisogno, dopo che i dati dei primi mesi del governo Renzi sembrano essere molto meno incoraggianti di quello che ci si aspettava.
Una situazione particolarmente complicata, quella dell’Italia, che è poi uno dei motivi principali delle tensioni sul mercato delle valute che hanno portato l’euro a perdere terreno nei confronti delle principali divise mondiali.