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Futures sul dollaro: cosa c’è da sapere

futuresI futures sono al centro dei dibattiti sulla finanza speculativa. Spesso sono additati come strumento principe della “derivazione”, simbolo del disastro finanziario che si è tradotto nella crisi peggiore dal dopoguerra a oggi o, per i più pessimisti, di tutti i tempi.

I futures sono in verità uno strumento come un altro e sono pericolosi solo se vengono utilizzati in modo sbagliato. Il meccanismo che li regola è semplicissimo: si tratta di programmare una compravendita per un momento “x” sulla base di termini stabiliti nel presente.

E’ un metodo utile perché pone al riparo i soggetti economici dai rischi di svalutazione o di rivalutazione di una qualsiasi merce di scambio.

Esistono vari tipi di futures, ognuno dei quali è conosciuto con un nome che suggerisce la tipologia di merce alla quale fanno riferimento.

Sicché quando si commercia in prodotti “reali” (petrolio, oro etc) si parla di commodities futures, quando si commercia in prodotti finanziari (titoli, obbligazioni) si parla di financial futures, quando si commercia in valute si parla di currency futures o, in alternative, di Fx future, dove Fx sta per forex.

I currency futures e il dollaro

In genere, i currency futures sono realizzati sul dollaro. Dall’altro lato, a mo’ di controparte, generalmente c’è l’euro. Il meccanismo dei futures sul dollaro è praticamente identico a quello di tutti gli altri futures. Vengono realizzati per porsi al riparo da eventuali svalutazioni o rivalutazioni della moneta.

Oggi più che mai, poi, si può parlare di uno strumento utile, anche perché il mondo sta entrando nel vivo di una guerra delle valute che sarà sempre più caratterizzata da una volatilità anche intensa dei cambi valutari.

Va però specificato che qualsiasi future, quindi anche quelli sul dollaro, procede dal fondamentale concetto di “aspettativa”. Una delle due parti realizza un future sulla base di stime circa lo stato di quel bene – in questo caso la moneta – in un dato momento, ovviamente posto nel futuro.

Un esempio

Un’azienda europea sta esportando dei beni negli Stati Uniti e questa operazione gli frutterà 1.000.000 di dollari. Questo milione con il cambio registrato al momento t0 equivale a 750.000 euro. Il problema è che l’azienda si aspetta che al momento t1, ossia quando avrà materialmente i dollari in mano, il dollaro si sarà deprezzato rispetto all’euro, sostanziando in buona sostanza una perdita.

L’azienda allora stipula dei futures al momento t0 che prevedano l’acquisto di euro in cambio di dollari in t1 ma a delle condizioni che rispecchiano i rapporti euro-dollari registrati in t0.

Non è un procedimento complicato. Come si può intuire, i futures si confugurano come attività di sostegno e di “copertura” delle attività commerciali tra paesi con valuta diversa. Una sorta di assicurazione sul capitale “futuro”.

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