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Le differenze tra Banca d’Inghilterra e Bce

La Banca d'Inghilterra... In piena EuropaUna delle caratteristiche singolari dell’Unione Europea è la presenza di due galli nel pollaio.

Si tratta di due galli di ben diversa importanza, eppure il dato di stranezza rimane. L’Europa ha due monete “forti”, l’euro e la sterlina e, di conseguenza, ha due banche centrali importanti: la Bce e la Banca d’Inghilterra.

Quali sono le differenze e cosa invece le unisce?

Obiettivi differenti

La Banca Centrale Europea è una banca non-banca, nel senso che i padri dell’Europa hanno pensato per lei un compiti ridotti, nella speranza che questo risicato spettro di responsabilità avrebbe allontanato le mani del potere politico sul massimo istituto bancario comunitario.

In soldoni, la Bce non può intervenire direttamente sull’economia reale nemmeno se lo volesse. Ossia, detta più volgarmente, non può stampare moneta, non può immettere moneta nel sistema su ordine dello Stato.

I suoi soli obiettivi sono rappresentati dal contenimento dell’inflazione o dal mantenimento della stessa entro un range definito ottimale (intorno al 2%).

Il discorso della Banca d’Inghilterra è diverso. Il suo scopo, almeno non esplicitamente, non è quello di contenere l’inflazione bensì di supportare il sistema economico. Dunque, si annoverano tra i suoi scopi, “condurre la politica di cambio, di assicurare la distribuzione delle sterline in Inghilterra e nel Galles e di prestare alle banche commerciali”.

In buona sostanza, non è vincolata da alcune norme statutarie circa l’inflazione. Teoricamente, la Banca d’Inghilterra potrebbe comportarsi come la Fed, che in questo momento sta adottando misure economiche ultra-espansive.

Una volta presa consapevolezza di queste diversità strutturali, la domanda da porsi è: nei fatti, Bce e Banca d’Inghilterra sono veramente diverse?

Le risposte alla crisi

In Europa, Regno Uniti compreso, uno dei problemi più gravi è rappresentato dal credit crunch, la stretta al credito, ossia la riduzione dei prestiti da parte delle banche ai vari soggetti economici. Una delle armi utilizzate da entrambe le banche centrale è la leva del tasso di riferimento.

Da questo punto di vista, si registra la tendenza della Banca d’Inghilterra di seguire a stretto giro il comportamento della Bce che è, in questo caso, pesantemente ribassista. Attualmente, il tasso legato all’euro è dello 0,25, quello legato alla sterlina è di 0,50.

Le similitudini, per quanto importanti, finiscono qui. Il massimo istituto bancario britannico, infatti, sta adottando misure che la Bce, per statuto, non può adottare perché causerebbero inflazione: la stampa di moneta. Ossia l’acquisto diretto dei titoli di stato emessi dal Tesoro.

Ebbene, la Banca d’Inghiterra, dal 2009 (anno in cui la crisi ha iniziato veramente a mordere) ha acquistato titoli per una cifra equivalente a un terzo del debito.

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