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Quante tasse si pagano sui conti Forex all’estero?

tasse per i conti all'estero del ForexIl capitolo tasse è spinoso a prescinedere, ma lo è soprattutto se si parla di attività finanziarie e quindi anche di forex.

E’ un tema al centro di molti dibattiti per l’opportunità, ravvisata da alcuni, di applicare prelievi consistenti, ma anche per la vaghezza delle regole o per la loro complessità.

La domanda, comunque, è la seguente: quante tasse devo pagare?

Rispondere a questa domanda è di per sé difficile anche se, semplicemente, sia il broker che il trader sono italiani.

Non stupisce dunque che il tema sia difficile da trattare anche in casi diversi, come quelli che prevedono un conto con un broker estero.

Le tasse in Italia

Ufficialmente, le tasse da pagare per i trader di forex non sono poche. Alla fine dei conti, però, va pagata – eccetto che per casi eccezionali – solo la tassa sui Capital Gain.

Come fare? Semplicemente va dichiarato quanto si è guadagnato nell’ultimo anno con la propria attività di investitore nel mercato valutario. Il prelievo è del 19%. Può sembrare molto, ma altri redditi – ben più faticosi da accumulare – sono sottoposti a un prelievo maggiore.

La particolarità delle “tasse fantasma” è un fenomeno riconducibile all’incapacità del legislatore di produrre leggi di una certa efficacia, che dunque risultano pienamente e legalmente aggirabili.

Se il broker è straniero

La situazione è rimasta “fumosa” fino all’altro ieri. Il trader, in buona sostanza non aveva un’idea chiara sulla necessità di pagare le tasse o sulla possibilità, al contrario, di non pagarle. Alla fine, la questione rimaneva al buon cuore del trader stesso, che doveva decidere – quasi come fosse una donazione! – se inserire i guadagni del forex nella propria dichiarazione dei redditi.

A mettere in chiaro le cose è intervenuto, non molto tempo fa, il Governo Monti. Nel 2012, infatti, è entrata in vigore una legge che prende il nome di “imposta patrimoniale sulle attività finanziarie detenute all’estero“, che è poi il caso che si configura quando un trader si affida a un broker residente all’estero.

Si è obbligato a versare la patrimoniale solo se la “consistenza” dell’attività finanziaria supera i 10.000 euro. Questo è un punto dirimente. Non per tutti, sia chiaro: alcuni trader non vedono questa cifra. Per tutti gli altri, però, si registra spesso un problema. I 10.000 euro si riferiscono alla quantità movimentata o semplicemente al guadagno? Persino i broker sono divisi su questo punto.

La maggior parte dei commercialisti, invece, propongono sembre di inserire la quantità movimentata alla voce RW della dichiarazione dei redditi.

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