Con la recente normativa, le rendite finanziarie derivate dall’attività di trading online sono state equiparate alle rendite da plusvalenze, ovvero quelle provenienti da azioni, obbligazioni, ecc. Ecco come si dichiarano e come si pagano le tasse relative per restare in regola.
Come calcolare i guadagni
Per calcolare i guadagni e la tassazione relativa (pari al 26% a partire dal 2014), dovrai tenere conto delle entrate e delle uscite riferite alla tua attività di trader. Se, usando le opzioni binarie, hai investito 100 e hai ottenuto 180 (ovviamente è un esempio), avrai guadagnato, al netto, 80. Su questi 80, dovrai calcolare il 26%, cioè 20,80.
Quest’ultimo risultato sarà quanto dovrai al Fisco per la tua plusvalenza. Ovviamente, i guadagni non si calcolano per singola operazione, ma si tiene in conto di tutte le spese fatte durante l’anno in termini di investimento e si riportano tutti i guadagni ottenuti durante i 12 mesi, in modo da fare la sottrazione un’unica volta e applicare la tassazione in un attimo.
Dove scrivere i guadagni
Il vero problema riguarda le ritenute d’imposta (che vanno pagate subito all’Agenzia delle Entrate) e quanto si deve inserire nei quadri RT ed RW del Modello Unico per le persone fisiche. Infatti, i trader non sono delle realtà aziendali, di conseguenza devono usare il modello per le persone fisiche e non quello per le persone giuridiche. In questi due quadri sarà necessario indicare quanto si è guadagnato al netto durante l’anno e pagare le relative tasse.
Purtroppo, per questo tipo di calcoli, è necessario che un esperto verifichi caso per caso la situazione. I trader che hanno già una rendita discreta hanno l’obbligo di avere un commercialista, che sappia definire il regime fiscale più idoneo e fornire tutte le indicazioni per mettersi in regola con le tasse. In ogni caso, le rendite del Forex vengono considerate come tali e non come reddito da lavoro.